La notte delle Streghe
La notte tra il primo sabato e la prima domenica del mese della Luna Calante, le Streghe Nerine si sono date appuntamento all’incrocio di via delle Notti Oscure e via delle Civette e precisamente a piazza dell’Ombra, perché gravi fatti stanno accadendo e bisogna rimediare.
La prima ad arrivare dentro ad un’enorme pentola, con un mestolo gigante è Strega Pece che, appena atterrata, con i suoi occhi piccoli e vicini, circondati da rughe sottili come i fili di una ragnatela, sbircia l’oscurità alla ricerca delle altre streghe; resasi conto di essere sola, stringe le labbra sottili con disappunto:
– Come al solito sono la prima e mi toccherà aspettare! – Brontola ad alta voce.
La fedele Civetta che l’accompagna, emette un verso malaugurante facendo eco al nervosismo di Pece:- Uhuuùhuu-
Aguzzate le piccole orecchie, nella notte silenziosa Pece sente un persistente fruscio: ecco Strega Carbone che arriva seduta sul dorso di un pipistrello
– Ah! Eccoti! – Fa Pece con tono seccato.
– Ma perché… è tardi? Ho lasciato a Bosco Nero il mio Contatempo e non so che ora è – risponde Strega Carbone sotto al suo cappello posato a sghimbescio sulla testa.
– Si siete in ritardo come al solito!
– Oppure te sei arrivata in anticipo come al solito, Strega Pece? – Risponde un po’ stizzita Strega Carbone. Strega Pece non replica, non ha voglia di discutere.
Strega Carbone si guarda intorno: – Ma non siamo ancora tutte. Manca….
In quel mentre, comodamente seduta su una morbida ghirlanda di piume di Merlo, arriva Strega Nero Velluto, che saluta le sue amiche dall’alto, agitando la mano, impreziosita da un meraviglioso anello in cui è incastonata un’onice nera.
La ghirlanda di piume si abbassa delicatamente verso il suolo permettendo a Strega Nero Velluto di poggiare i suoi stivaletti lucidi con il tacco, a terra; con incedere lento e misurato, come se stesse sfilando su una passerella, si avvicina alle due.
Strega Pece, la osserva avvicinarsi e vedendola così giovane e bella si irrita ancora di più per il ritardo e sbuffa; Strega Carbone che così bella ed elegante non è mai stata prova una profonda invidia per il vestito di pizzo macramè nero e cappello abbinato indossato da Strega Nero Velluto.
La nobile discendenza dell’ultima arrivata contrasta evidentemente con la sua semplice origine. Ma invece di esprimere ciò che pensa chiede, arricciando il naso – Cos’è questo buon profumo? –
– Veleno D’Oro – risponde Nero Velluto, con voce morbida, sbattendo le sue lunghe ciglia sulle guance setose come un fiore di magnolia.
Ma Pece non vuole perdere tempo e la invita a prendere la ghirlanda di piume così da salutarsi come Strega comanda.
Le Streghe si mettono in cerchio al centro della piazza e a un gesto di Nero Velluto, la ghirlanda di piume si posiziona proprio sopra i loro cappelli; allungano la mano sinistra fino a metterla una sopra all’altra e ad alta voce intonano una nenia:
“Il tuo potere è il mio
Il mio potere è il tuo
Il potere è il nostro”
Terminato il rito del saluto, Carbone chiede: – Ma perché ci hai chiamate, Strega Pece? Si stava così bene a Bosco Nero. –
– – Ma non ricordi? Ti ho raccontato l’altra notte, quando ci siamo viste vicino a Lago Fosco, che nel Paese dei Colori, gli abitanti sono sempre più felici; pensate che solo l’altro mese sono nati cinque bambini e hanno progetti di espandere il Paese. Chissà forse arriveranno anche a Bosco Nero… – Risponde Pece.
– Forse per recuperare spazio abbatteranno gli alberi, i raggi di sole rischiareranno il bosco e noi non avremo più la nostra penombra… – fa eco Nero Velluto.
– E dove andremo a vivere noi? – domanda Carbone .
– I Colorini adorano i colori brillanti. Tutti! – spiega Nero Velluto – Non sono come noi che amiamo soltanto il colore Nero e per questo ci vestiamo di nero, viviamo a Bosco Nero e anche i nostri pensieri sono tenebrosi.
– Nel loro paese è tutto colorato: le case, le porte, le finestre, gli alberi, i fiori, gli animali, i vestiti che indossano e perfino le vie; pensate che abitano in via dell’Arcobaleno e via Blu Oltre Mare. – Continua Pece.
– Con il tempo vorranno imporre i loro gusti anche a noi? Vorranno toglierci il colore delle Streghe Ave? E porteranno i loro Colori dappertutto?? – Chiede disgustata e preoccupata Carbone.
Le streghe a questo punto sono molto allarmate.
– Hai un piano? – Domanda Strega Carbone a Pece.
– Ci ho pensato! Nel libro Segreto delle Streghe, alla pagina di Mezzodì, c’è la soluzione! – Risponde soddisfatta Pece.
– Davvero? Diccela! – La incoraggia Strega Nero Velluto.
Al cenno di Pece, le streghe avvicinano la testa le une alle altre, ma di tutto quel confabulare si ode solo un gran bisbiglio.
– Sono d’accordo!- dice Nero Velluto – Ma l’importante è che non si rompano le mie lunghe unghie laccate di nero. Ho appena fatto la manicure!-
– Tu hai sempre meravigliose idee – dice Carbone a Pece arricciando il naso.
Carbone fa segno alla sua candela accesa di avvicinarsi perché sarebbe stata il loro fuoco; Pece chiama la sua pentola che riempie con l’acqua rubata con un sortilegio all’immenso Noce che cresce lì vicino e comanda al suo mestolo di tuffarsi nella pentola e di cominciare a girare. Pipistrello, e Civetta, amici di Carbone e di Pece osservano dall’alto, mentre Gatto strusciandosi contro lo stivaletto di Nero Velluto, fa le fusa.
– L’acqua bolle – esclama Pece.

– Bava di lumaca cornuta, bacche di vischio, aculeo di porcospino, zampe secche di rospo, unghie d’aquila!
Il mestolo gigante continua a mescolare.
Le Streghe danzano intorno al fuoco cantando la formula magica:
– Guarda guarda buio della notte
Le streghe danzano
Perché tutto si copra di nero nel Paese dei Colori
Perché il giallo, il rosso, il blu, il viola, il bianco, l’arancio, il verde, il turchino, il rosa vengano cancellati
Mestolo gira gira
Tutto nero, tutto nero, deve diventar
I Colorini nelle tenebre precipiteran
Le streghe vinceran!
Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah!-
concludono con una sinistra risata le Streghe.
Compiuto il sortilegio, salgono sui loro mezzi e volano in direzione del Paese dei Colori, accompagnate dai loro fedeli amici, curiose di vederne gli effetti.

Racconto scritto in occasione della mia frequentazione al corso di Narrativa per l’infanzia organizzato dalla Casa Editrice dalia S.r.l. e Libreria Mondadori Point Terni nel 2016.
Visite 159