è concesso spingere lo sguardo
al di là del mare
fino alle coste dell’Illiria e
in altra direzione, verso là
dove discende il Marecchia
fino ai monti degli Appennini”.
Von Platen.
San Marino, come San Leo è allungato su di uno sperone di roccia, il Monte Titano, e si affaccia sulla Val Marecchia, sui colli e sui declivi del Montefeltro. Una coltre spessa di nuvole, rende l’aria umida e fredda e nasconde l’orizzonte.
Nonostante le condizioni meteo, le viuzze della città, che si arrampicano tra le abitazioni dai muri di roccia viva, pullulano di turisti.
Il mercatino di Natale con le baite di legno, si snoda lungo la via che conduce al cuore della città.
Il vento si è fatto insistente. Si insinua sotto il piumino e provoca disagio.
Ovunque profumerie, negozi di ottica e ristoranti. Viene voglia di entrarci dentro soltanto per riscaldarsi un pò.
Nella piazza principale, dove svetta il Palazzo Pubblico, artisti di strada si esibiscono per i turisti infreddoliti e stretti nei loro cappotti.
Le condizioni meteo mutano in brevissimo tempo. Pioggia sottile cade mentre la parte più alta della città scompare sotto una spessa coltre di nebbia.
E’ inutile restare.
Torniamo indietro e lasciamo la città con dispiacere e sollievo.
Ma torneremo sicuramente.
Scendiamo in direzione della Val Marecchia e poi saliamo di nuovo, verso Monte Bello per visitare il Castello di Azzurrina.
E’ un luogo che racconta della misteriosa sparizione di una bambina, diversa dagli altri. Nel periodo in cui visse, tale diversità poteva rappresentare una sventura. Era albina e per nascondere questa caratteristica i suoi capelli venivano tinti di nero, ma senza successo. Il risultato era un colore azzurro. Da qui il suo soprannome.
La leggenda racconta che è misteriosamente sparita, mentre rincorreva la palla, nel nevaio del castello. Non fu più trovata.
Ma ogni cinque anni, nel giorno del solstizio estivo, si racconta che torna fra quelle stanze per far sentire la sua voce.
Verità? Illusione? Provate a scoprirlo, visitando questi luoghi.
Il pomeriggio è ormai inoltrato. Scendiamo di nuovo a valle, mentre, un timido tramonto squarcia l’orizzonte.
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