Montefeltro e dintorni 2
San Leo
San Leo |
Il paesaggio del Montefeltro |
Arriviamo in macchina da Sant’Agata, attraversando un paesaggio montano, caratterizzato da declivi e colli, salite e discese. L’ultimo tratto, prima di arrivare a San Leo è molto ripido: il paese, è infatti, arroccato sopra uno sperone roccioso, posizione strategica e naturale difesa. Sulla parte più alta svetta il Forte, che durante il Medio Evo venne conteso da diversi popoli e addirittura per un breve periodo, diventò Capitale d’Italia.
Nel tempo, il Forte, fu adibito a carcere per i patrioti risorgimentali come il celebre Felice Orsini e liberi pensatori come il palermitano Cagliostro.
Nell’attraversare questi luoghi, sembra di entrare in un quadro del Rinascimento, nei paesaggi in cui Piero della Francesca, ambientò il ritratto della Duchessa Battista Sforza, che ora si può ammirare agli Uffizi.
Gli studiosi, osservando le opere rinascimentali, erano arrivati alla conclusione che si trattasse di panorami irreali, di fantasia e invece, Rosetta Borchia e Olivia Nesci, cacciatrici di paesaggi di Urbino, li hanno trovati. Erano nascosti tra le colline del Montefeltro:“quelle montagne, quelle rocce, quei fiumi dipinti, da sempre, erano stati li sotto gli occhi di tutti e soprattutto sotto lo sguardo dei nostri grandi pittori… ad ogni rilievo, ad ogni fiume, o vallata, è stato riconsegnato un nome e un indirizzo”.
da Montefeltro vedute rinascimentali
Il Comune di San Leo, faceva parte fino al 2009 della provincia di Pesaro e Urbino. Poi, grazie a un referendum, oggi fa parte della provincia di Rimini, come Sant’Agata Feltria e altri comuni.
La Pieve di Santa Maria Assunta |
Il Duomo, è realizzato in arenaria e come la Pieve, ha il portale, lungo un fianco. Questo è sormontato dai busti scolpiti di San Leo e di San Valentino, il santo patrono della città di Terni, la mia città.
Il Duomo |
Il Forte |
Il Forte domina la cittadina di San Leo, appollaiato sulla punta più alta della rupe di arenaria su cui sorge il paese.
La rupe è poco accessibile, proprio perché ripida.
Chi, con intenzioni bellicose avesse avuto la malaugurata idea di salire, sarebbe stato accolto da colpi di cannone e acqua bollente. Non olio dunque, come ho studiato sui libri di scuola; un liquido così prezioso non poteva essere utilizzato per questi scopi.
Oltre le mura si intravede San Marino, arroccato anch’esso su di una roccia, con nuvole bianche a mo’ di cappello.
La struttura porta i segni di una recente ristrutturazione, rispettosa delle caratteristiche originali: roccia, pianelle e travi di legno.
All’interno le esposizioni di armi di diversi periodi, delle armature, degli strumenti di tortura, di cui ho postato alcune foto, indicano che questo non è mai stato un luogo in cui la pace e i diritti umani hanno prevalso.
Ho camminato dentro alla cella in cui è stato rinchiuso, fino alla
morte, il Cagliostro e fra gli strumenti di tortura usati dall’Inquisizione, con la sensazione di ricevere un pugno nello stomaco.
Erano i tempi in cui avere un pensiero o uno stile di vita diverso, rendeva quegli esseri umani vittime di orribili trattamenti. Se pensieri e stili di vita non conformi al mantenimento dello status quo si fossero diffusi, avrebbero creato un subbuglio difficilmente arginabile. Quindi meglio rinchiudere o sottoporre a punizioni esemplari i pochi coraggiosi che avessero l’ardire di pensare con la propria testa!
Dentro a queste mura non c’è traccia di umanità.
E’ devastante pensare che tali strumenti di tortura, venissero progettati da appartenenti ad una organizzazione religiosa, che fin dalla sua nascita ebbe come principio ispiratore l’amore, il perdono, la tolleranza e l’umanità.
Ma tali tempi sono oggi, davvero così lontani da noi?
Oggi siamo davvero più tolleranti verso chi ha un pensiero o uno stile di vita diverso? A volte, non prevale l’idea del “o con me o contro di me?”
D’altra parte, come donne e uomini moderni con la nostra storia dobbiamo fare i conti, anche per non ripetere gli stessi errori.
“Tutti coloro che dimenticano la storia, sono condannati a riviverla”, diceva Primo Levi.
Luoghi come questi servono appunto per ricordare e riflettere.
Cella del Cagliostro |
Mostra delle armi moderne |
La gogna in botte |
Cintura di castità, spaccatesta e violino delle bisbetiche |
Gabbia |