Di acqua da queste parti ce ne è davvero tanta, a cause delle precipitazioni di neve in inverno e della pioggia primaverile ed estiva e allora ovunque vai, le montagne sono scavate e disegnate perpendicolarmente da numerosi ruscelli che terminano la loro corsa in laghi piccoli e grandi.
Il suono dell’acqua scrosciante contro la roccia ci accompagna come una musica naturale di sottofondo, ricordandoci che la protagonista è lei, la Natura e che noi siamo fuggevoli ospiti.
Dove l’acqua è abbondante la mano dell’uomo interviene per creare sbarramenti al suo defluire, con opere ingegneristiche imponenti, come le dighe per la produzione di energia idroelettrica.
Ecco che allora i laghi occupano bacini molto estesi e regalano colori e immagini mozzafiato, come il lago di Pian Palù.
Da Peio Fonti abbiamo percorso una strada asfaltata, fino a località Fontanino di Celentino, dove nel parcheggio a pagamento abbiamo lasciato l’auto.
Da lì, si imbocca una ripida strada sterrata, il sentiero CAI-SAT N. 110. In circa mezz’ora si raggiunge il lago.
Abbiamo costeggiato tutto il lato sinistro, percorrendo un sentiero comodo e pianeggiante, fino ad arrivare alla Malga Pian Palù e al punto il cui il torrente Noce confluisce nel lago. Si può girare intorno al bacino, effettuando un percorso ad anello e tornare indietro.
Noi abbiamo deciso di proseguire, seguendo il corso del torrente, verso i pascoli. Il sentiero sale, e abbandona il corso d’acqua. Nell’ultimo tratto, prima di arrivare a Malga Paludei, il sentiero è ripido e stretto. Qui scarponi e racchette sono assolutamente necessari.
Da Malga Paludei, il sentiero diventa ampio e si inoltra nel bosco. Questo è uno dei quattro sentieri dendrocronologici del Parco Nazionale dello Stelvio. La dendrocronologia studia l’età degli alberi attraverso gli anelli del tronco. Nel bosco sono presenti Larici cinquecenteschi.
Si prosegue fino a Malga Giumella, in ristrutturazione e da lì si scende per il punto di partenza.
Il percorso è di circa 14,5 chilometri e impegna l’intera giornata.
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Erba di Sant’Antonio |
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Larici cinquecenteschi |
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Senecio ovatus |
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Torrente Noce |