Donna contro donna
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Donna contro donna

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Scrivo questo articolo di pancia, mossa dalla data di oggi, 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, per suggerire la lettura del libro Donna contro donna, che osserva, il fenomeno della violenza sulle donne, da un’angolazione spesso taciuta.

L’istituzione di questa data è in ricordo di un cruento avvenimento, in cui persero la vita, a Bogotà, le sorelle Mirabal, colpevoli di essersi ribellate al dittatore Trujillo e di essere tre donne istruite, che non accettavano supinamente l’ideologia del regime.                                  A seguito di quell’evento si è scelta la data del  25 novembre, per accendere i riflettori sul fenomeno mondiale  della violenza a danno delle donne, perpetrata da uomini. Una grande piaga, che causa, soltanto in Italia una vittima ogni tre giorni e nel mondo 45.000 vittime l’anno.

Ma non c’è nessuna data che accenda i riflettori sulla violenza o prevaricazione delle donne nei confronti delle loro simili. Per questo motivo, vorrei parlare, in questo blog, del libro Donna contro Donna, scritto da Phyllis Chesler e pubblicato il 1° aprile 2003 da Mondadori.

Il libro Donna contro Donna

Libro con immagine di donna contro donna
Copertina del libro Donna contro donna

Donna contro donna è un testo che ho letto circa dieci anni fa.

Ma oggi mi è tornato in mente. A dire la verità è ormai qualche tempo che ci penso. Così, oggi voglio scrivere qualcosa al riguardo.

Mentre per la violenza degli uomini contro le donne è stato coniato il termine femminicidio, per la violenza tra donne non ci sono termini precisi.

Anche perchè, raramente tale violenza sfocia in omicidio. Generalmente è una violenza più sottile, ma non meno dannosa, crudele e potente, dolorosa e paralizzante. Dare un nome a tutto ciò, riconoscerlo, significa compiere il primo passo verso il cambiamento.

La crudeltà tra donne è fatta spesso di prevaricazione, di rancori e rabbie ancestrali, ostracismi e feroci pettegolezzi, invidie e rivalità, amicizie spezzate – che, nonostante le lotte e le conquiste del femminismo, non solo ha consentito alla cultura maschilista dominante di rimanere radicata nella società, ma di fatto ha anche contribuito ad alimentarla e legittimarla.

L’autrice  stessa riconosce nell’introduzione che “Uno strano silenzio circonda la disumanità della donna verso le proprie simili. Le femministe hanno perlopiù taciuto; io stessa ho taciuto: semplicemente perché è troppo doloroso ricordare i tradimenti subiti per mano femminile, oppure perché è troppo difficile analizzare le modalità con cui le donne, me compresa, collaborano a distruggere altre rappresentanti del loro genere.” 

DONNA CONTRO DONNA NEI FILM E NELLE FAVOLE

Una donna di successo contro un'altra donna più giovane
Il Diavolo veste Prada

Nel cinema, un film che ben rappresenta la questione è Il diavolo veste Prada, con le bravissime Meryl Streep e Hanne Hathaway. Meryl interpreta un’arrivata professionista della moda e Hanne una giovane stagista, bullizzata dalla prima.

Quante situazioni come queste vi vengono in mente nel mondo del lavoro? 

Sul modello di Miranda, in Il Diavolo veste Prada, capi donne che invece di essere solidali e valorizzanti, facendo squadra con le proprie collaboratrici, creando un clima lavorativo incentrato sul benessere psico-fisico,  trasformano i luoghi di lavoro in campi di battaglia, in muro contro muro o in un braccio di ferro estenuante. Sono donne, che faticano a comprendere che un clima lavorativo positivo ha come effetto importante quello di aumentare produttività e rendimento.

Sono generalmente donne che esercitano il potere fine a se stesso, volto ad una pura prova muscolare. In alcune situazioni, più gravi, si assiste all’umiliazione della sottoposta, con gravi ripercussioni sul rendimento lavorativo e la salute. Chi soprattutto ha la forza e il coraggio di non essere servile, è colei che viene presa di mira, divenendo oggetto di mobbing o bossing. Al contrario, chi si assoggetta alla logica del capo, è premiata e ben vista.

D’altra parte cresciamo con favole, dove gli esempi di rivalità tra donne, costituiscono l’ossatura centrale della storia. Favole le cui azioni delle protagoniste antagoniste sono mosse dall’ invidia, cioè dalla mancanza di qualcosa che altre hanno e che vorrebbero per loro. Ad esempio, la matrigna invidiosa di Biancaneve, trama per ucciderla e la matrigna e le sorellastre di Cenerentola, per non essere messe nell’ombra, la lasciano fra la cenere del camino.

Una strega consegna una mela rossa ad una giovane donna
Biancaneve, Credit Ansa
Una giovane donna pulisce un pavimento
Cenerentola da Timetoast

DONNA CONTRO DONNA NELLA QUOTIDIANITA'

Altri esempi di donna contro donna, li ritroviamo nel  perpetrare approcci patriarcali e antifemministi, nel modo in cui alcune madri crescono i loro figli maschi. Senza instillare alcun rispetto per l’altra metà del mondo di cui loro stesse fanno parte.

Ci sono madri che sostengono un modello patriarcale crescendo le proprie figlie senza permettere loro di autodeterminarsi in ambito professionale o sentimentale. Un esempio recente è dato dall’omicidio di Saman, la ragazza pakistana che rifiutava un matrimonio combinato e che per questo è stata punita dalla sua famiglia. 

ritratto di giovane donna con fascia rossa
Saman Abbas Fonte ilGiornale.it

Dalle immagini delle telecamere padre e madre la accompagnano sul luogo prescelto per la sua uccisione. Chissà come sarà stato lo sguardo di Saman, mentre comprendeva che la sua stessa madre, donna come lei, la stava consegnando nelle mani degli assassini, per salvaguardare l’onore della famiglia?

Oppure pensiamo agli episodi di bullismo al femminile  in età adolescienziale, in cui la vittima viene esclusa dal gruppo e isolata.

O agli episodi di body shaming tra donne, anche a danno di personaggi famosi, come è accaduto a Vanessa Incontrada, spesso presa di mira sui Social per il suo peso.

Attrice spagnola famosa
Vanessa Incontrada Fonte Newsby

Non tralasciamo poi, i falsi modelli in termini di immagine e bellezza, diffusi da donne per altre donne.

Modelli che spesso impongono canoni di bellezza non aderenti alla realtà, irragiungibili dalla maggior parte delle donne. Ma ritenuti necessari per essere considerate donne di successo.

O nella vita di tutti i giorni, quando i rapporti interpersonali sono caratterizzati da rancori, pettegolezzi, mistificazione della realtà, derisione e attacchi che minano l’autostima della vittima.

Donna contro donna o donne per le donne?

Fortunatamente ci sono tanti esempi positivi di donne che lottando per se stesse, lottano anche per le altre. Ne voglio citare due. Il primo appartiene al passato e il secondo è più recente.

Ritratto di una ragazza della Sicilia
Franca Viola da Wikipedia

Franca Viola, nel 1966, ad appena 17 anni, in un paesese della Sicilia, Alcamo, rifiuta il matrimonio riparatore, con il suo rapitore e stupratore.

La legge italiana dell’epoca, consentiva di estinguere il reato di violenza sessuale, considerato reato contro la morale e non la persona, se allo stupro avesse fatto seguito il matrimonio riparatore.

Franca, sostenuta dai genitori, rifiutò di sposare il suo aggressore e questo fu processato e condannato.

Franca ebbe a dire queste parole:

«Io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce».

Grazie alla sua decisione coraggiosa e al clamore che il processo contro lo stupratore creò, nel 1996 lo stupro da reato «contro la morale», sarà riconosciuto in Italia, come un reato «contro la persona».

L’altro esempio di lotta delle donne per le donne, è dato da quanto sta accadendo in Iran dopo l’uccisione della ventiduenne curda Masha Amini, uccisa dalle autorità iraniane perchè indossava male il velo.

La protesta contro questo omicidio e la repressione operata sulle donne ha dato il via a quella che possiamo definire una rivoluzione delle donne, che si sta allargando a macchia di leopardo, coinvolgendo varie classi sociali, uomini e anche commercianti dell’Iran. 

Ragazza iraniana
Masha Amin Per Sempre News

Nel mondo, le proteste per la dura repressione si fanno sentire ovunque.

Donna contro donna. Per concludere...

Ovviamente questa riflessione non vuole annacquare il grave e diffuso fenomeno della violenza sulle donne da parte degli uomini, ma soltanto esplorarne la complessità e le sfaccettature. Esporre simboli, come scarpe rosse o panchine, dedicare una giornata, creare eventi, pubblicare sui social post appositi, contribuisce sicuramente ad accendere i riflettori sul problema.

Proprio perchè il tema della violenza sulle donne è complesso e presenta molte sfaccettature, occorre prendere coscienza di questa complessità per arrivare davvero ad eliminare ogni forma di violenza sulle donne.

E voi cosa ne pensate di questo tema? Vi è mai accaduto di trovarvi nella situazione Donna contro donna? Se si, cosa avete fatto?

Sentitevi libere di scrivere qui sotto. Vi leggerò con piacere.

Se l’articolo vi è piaciuto e vi è stato utile sentitevi libere di condividerlo con i vostri amici.

Grazie per aver letto sin qui.

Blogger e Youtuber di I volti dell'Ambiente. Sono ternana e amo la mia città. Credo nella forza della bellezza in tutte le sue forme che cerco intorno a me e provo a raccontare. Adoro il mare, la montagna, fare escursioni, leggere, mangiare. Adoro il panpepato ternano, la pizza e le ciriole. E sono appassionata d'ambiente, ma tanto, tanto!!
Cristina Rompietti - I volti dell'Ambiente
Cristina Rompietti
Appassionata d'ambiente
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