Lunana, il Villaggio alla fine del mondo è il film che tutti coloro che si occupano di istruzione a qualsiasi titolo, docenti, dirigenti scolastici, politici e genitori dovrebbe vedere, per riflettere sulla scuola che si vuole costruire e sul senso del lavoro delle istituzioni scolastiche.
Questa settimana in Italia si torna sui banchi di scuola, finalmente, dopo tre anni, senza alcuna restrizione legata al Covid.
Vorrei dedicare questa recensione al Film Lunana, il villaggio alla fine del mondo a tutt* le/i docenti che stanno iniziando un nuovo anno scolastico.
Lunana è un film documentario di Pawo Choyning Dorji, ambientato nel Bhutan, stato che si trova tra la Catena dell’Himalya e la Cina. Il film è candidato al Premio Oscar 2022 per il miglior film internazionale.
Il FIL- Lunana: il villaggio alla fine del mondo
Conosco poco del Bhutan, ma quello che mi ha affascinato di questo paese è la filosofia del FIL o felicità interna lorda contrapposta al PIL dei paesi occidentali.
La felicità è una condizione mentale ed emotiva relativa alla percezione del piacere che include da un lato la gioia e dall’altro la contentezza, ovvero la capacità di sapersi sentire appagati con ciò che di buono si ha a disposizione.
Quindi, la felicità per i bhutanesi ha a che fare con la fecondità della propria vita e non con il possedimento dei beni materiali. Il Fil si basa su quattro pilastri:
- Sviluppo economico sostenibile ed equo
- Lo sviluppo non deve intaccare l’ambiente
- Preservazione della cultura locale
- La promozione di tutto ciò che va nelle tre direzioni scritte sopra.

Ugyen a Lunana: il villaggio alla fine del mondo
Ma veniamo al film Lunana, il Villaggio alla fine del mondo.
Il giovane maestro Ugyen è il protagonista principale dopo l’ambiente e la natura. Ugyen, che vive nella capitale, sogna di ricevere il visto per l’Australia e diventare un cantante. Per realizzare questo sogno trascura la sua professione. Così a causa dello scarso rendimento, viene mandato per un anno nella scuola di Lunana, la più isolata del mondo in un paesino di 56 abitanti, ad un’altezza di 4800 metri, distante otto giorni di cammino dalla capitale.
A Lunana infatti vivono dei bambini, a cui va garantito il diritto allo studio, che per il Bhutan rappresenta uno dei nove settori della politica del PIL.
Ugyen è un ragazzo moderno, che ama trascorrere le sue serate con gli amici e la sua ragazza nei locali, perennemente connesso ad internet e con le cuffie in testa per ascoltare la musica. A lui non interessa lavorare per lo Stato, ma vuole inseguire i suoi sogni.

Arrivato a Lunana, che non è un luogo di finzione, ma un villaggio reale fuori dal tempo tra l’Himalaya e il Tibet, non troverà nulla di ciò che fino a otto giorni prima riempiva la sua vita. La linea della corrente elettrica non è stabile, pertanto dovrà rinunciare alla sua musica e ad internet. Si scalderà con gli escrementi essiccati degli Yak. La sua casa è semplicissima e sprovvista delle comodità a cui è abituato. Perfino il bagno è all’esterno. La scuola, dotata di un’unica aula, non ha neanche una lavagna e dovrà adattarsi all’inizio a scrivere sui muri. Poi si farà costruire una lavagna e da alcuni amici della città si farà spedire del materiale didattico.
Viene accolto dagli abitanti del paese come un eroe e con profondo rispetto per il suo ruolo, perché secondo il capo villaggio, come insegnante tocca il futuro del paese.
I protagonisti del film documentario sono i veri abitanti di Lunana che sono stati coinvolti nelle riprese.

Riflessioni in merito a Lunana: il villaggio alla fine del mondo
In tutto questo niente, in termini materiali cosa resta?
Resta un paesaggio che da’ le vertigini per quanto è bello. Un paesaggio che nonostante sia a 4800 metri ha il problema dello scioglimento dei ghiacciai come conseguenza del cambiamento climatico. Il cambiamento climatico è un concetto che gli abitanti di Lunana apprendono per la prima volta da Ugyen, non riuscendo prima di allora a dare un nome ad un fenomeno e neppure ad attribuire una causa.
Resta la relazione con l’ambiente e fra esseri umani: con i bambini, teneri, innocenti, felici, desiderosi di imparare e gli adulti del villaggio.
Resta la dimensione di umanità a contatto con la Natura, in cui i protagonisti, anche il maestro Ugyen, danno ma al contempo ricevono.
Il maestro Ugyen si accorgerà, dopo i primi giorni di smarrimento e di ribellione alla sua sorte che la Felicità è la dove meno te l’aspetti.

Lui che aspira a fare il cantante, imparerà i canti di Lunana dalla bella Saldom che con la sua voce aggraziata, restituisce al mondo, alla natura, all’ambiente, agli animali e ai fiori il dono di saper cantare.
Lunana, il villaggio alla fine del mondo, è un film che mi ha tenuta incollata allo schermo, per la bellezza selvaggia delle ambientazioni, per la qualità delle relazioni, per la storia strappandomi qualche lacrima di commozione in più occasioni.

Il valore che Lunana attribuisce all'istruzione
A parte l’aspetto del Fil di cui ho parlato sopra e che mi colpisce piacevolmente, un altro aspetto è quello del valore attribuito all’istruzione da parte dei Bhutanesi e il rispetto che nutrono e manifestano nei confronti di coloro che sono dispensatori di conoscenza. Aspetto che purtroppo, nella nostra società sta mancando sempre di più, essendo il corpo docente progressivamente delegittimato nel suo ruolo, con le conseguenze presso studenti, famiglie ed opinione pubblica che sono sotto gli occhi di tutti.

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E voi quali film a tema educativo e scolastico amate o trovate interessanti? Sentitevi liberi di commentare. Vi leggerò con piacere.

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