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Un Laboratorio per l’Ambiente
Un Laboratorio di Educazione Ambientale e allo Sviluppo Sostenibile
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Piano Grande Castelluccio |
L’ambiente e il complesso rapporto con l’uomo
I Latini utilizzavano, per indicare il nostro termine ambiente, la parola ambients, che deriva dal participio presente del verbo ambire, con il significato di “andare incontro, circondare”.
Anche nelle altre lingue europee, la parola ambiente richiama l’idea di circolarità: così il termine francese environnement, il termine inglese environment e il termine tedesco Umwelt. Questi termini, così come quello latino, aggiungono al termine ambiente una connotazione dinamica.
“Ambiente” si configura come un complesso attivo di elementi che si muovono in un contesto comune, che si influenzano reciprocamente.
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Palmarola |
Nel Vocabolario della Lingua Italiana dell’Enciclopedia Treccani, ambiente ha questo significato ”la natura come luogo più o meno circoscritto in cui si svolge la vita dell’uomo, degli animali, delle piante, con i suoi aspetti di paesaggio, le sue risorse, i suoi equilibri, considerata sia in sé stessa che nelle trasformazioni operate dall’uomo e nei nuovi equilibri che ne sono risultati e come patrimonio da conservare, proteggendolo dalla distruzione, dalla degradazione e dall’ inquinamento”.
La parola ambiente rimanda, nello stesso tempo a “ciò che circonda” e a “ciò che è circondato”, la biosfera e i suoi equilibri, il paesaggio, le piante, gli animali, gli esseri umani. Per questo il termine ambiente è così vicino al termine “natura”.
In ecologia si definisce ambiente l’insieme dei fattori esterni ad un organismo che ne influenzano la vita. Il termine viene anche inteso, in senso ampio, come il complesso degli elementi naturali (la flora, la fauna, il paesaggio) e delle risorse che circondano un determinato organismo e, in particolare gli esseri umani. * (8)
L’uomo è l’ ultimo essere vivente a comparire sulla Terra, quando l’ambiente che lo circonda, già esisteva.
Per un lungo periodo dalla sua comparsa sulla Terra è un semplice fruitore dell’ambiente e si limita ad utilizzare principalmente, per la sua sopravvivenza, quello che la natura spontaneamente gli offre.
Conosciamo in questa prima fase, un essere umano che si ciba dei prodotti della caccia, della raccolta di erbe spontanee, si difende dalle intemperie e dalle fiere, riparandosi all’interno di cavità naturali.
Lentamente l’uomo rivela un atteggiamento di conquista che manifesta ancora oggi.
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Monte San Vito |
In relazione all’ambiente in cui vive, non si accontenta più di usufruire semplicemente di ciò che trova, e quindi da nomade, sempre alla ricerca di qualcosa per soddisfare le sue necessità, diventa stanziale. Costruisce abitazioni per ripararsi dalle intemperie e dalla violenza degli animali, recupera i semi delle piante spontanee e le coltiva, alleva animali che con il tempo, da selvatici diventeranno domestici; dà vita alle prime aggregazioni sociali e costruisce vie di collegamento.
La vita in comunità con altri, se da un lato consente di costruire rapporti di cooperazione e solidarietà, dall’altro, ha bisogno di essere organizzata e regolamentata e quindi nascono le prime organizzazioni politiche e le prime leggi.
L’ambiente circostante, come conseguenza dell’azione dell’uomo, da ambiente naturale inizia la sua lenta trasformazione che lo porterà ad essere sempre più ambiente artificiale.
L’agricoltura tradizionale, si trasforma nei tempi recenti, per soddisfare le crescenti esigenze dell’uomo in agricoltura moderna e intensiva, dove lo sfruttamento del suolo e l’uso di diserbanti chimici, diventa sempre più diffuso.
L’aumento della popolazione e l’industrializzazione del XIX secolo, favoriscono un’urbanizzazione massiccia, che vede le campagne spopolarsi e le città crescere sempre di più, con la conseguenza di una maggiore e diffusa cementificazione e di una trasformazione di vaste aree verdi in aree abitate.
Questa trasformazione ha portato ad uno scontro dell’uomo, con le leggi naturali dell’ambiente, a volte con conseguenze drammatiche.
Proprio per rispondere alle pressanti richieste del mercato, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, gli Stati Uniti e il Canada avevano dato vita ad un’agricoltura intensiva con uso di pesticidi, con tecniche inappropriate e mancanza di rotazione delle colture, esponendo il terreno fertile delle Grandi Pianure ad arature profonde che hanno distrutto il manto erboso che ne garantiva l’idratazione. A seguito di un lungo periodo di siccità, il suolo è diventato un cumolo di polvere sollevato e trasportato dal vento verso Est: intere città sono state oscurate dalla coltre di polvere e molta di essa si è riversata verso l’Oceano Atlantico. I contadini, circa 2,5 milioni, sono stati costretti a lasciare le loro terre e a trasferirsi nelle città per ricominciare una nuova vita. Le Grandi Pianure degli Stati Uniti d’America sono state interessate da un processo di migrazione che continua ancora oggi. Questo fenomeno è ricordato con il nome di Dust Bowl (conca di polvere).* (9)
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San Candido |
Guardando dentro i confini nazionali, possiamo ricordare ciò che è accaduto il 10 luglio 1976 nel Comune di Seveso a causa di una nube di diossina rilasciata da una fabbrica di pesticidi: circa 37.000 persone furono esposte a livelli elevatissimi di diossina, e più di 80.000 animali vennero macellati per evitare che potessero entrare nella catena alimentare. Oggi il termine Seveso è usato di routine del settore chimico europeo, per indicare la tutela preventiva. * (10)
Di fatti simili a questi potremmo davvero raccontarne molti e tutti ci confermerebbero che siamo giunti ad una condizione davvero critica, nel rapporto tra l’uomo e l’ambiente, che coinvolge l’intero pianeta e che deve necessariamente essere invertita se non vogliamo pagare un conto molto pesante. Va cambiato il nostro modo di pensare e va abbracciata una cultura del rispetto delle risorse disponibili e dei nostri simili che hanno lo stesso nostro diritto di avere accesso alle risorse fondamentali.
Alexander Langer sosteneva che “Ciascuno di noi non dovrebbe consumare nulla di più di quanto non possano consumare tutti i sei miliardi di abitanti del pianeta”. Questa regoletta limpidamente kantiana è, al tempo stesso, evidentemente necessaria eppure difficilmente attuabile, perché chi vive nel nord opulento del mondo difficilmente rinuncerebbe ai suoi privilegi.
Eppure, “perché ci sia un futuro ecologicamente compatibile”, spiega Langer in un altro suo scritto, “è necessaria una conversione ecologica della produzione, dei consumi, dell’organizzazione sociale, del territorio e della vita quotidiana. Bisogna riscoprire e praticare dei limiti: rallentare (i ritmi di crescita e di sfruttamento), abbassare (i tassi di inquinamento, di produzione, di consumo), attenuare (la nostra pressione verso la biosfera, ogni forma di violenza)”. Un vero “regresso” rispetto al motto olimpico del più veloce, più alto, più forte, da trasformare in “più lentamente, più profondamente, più dolcemente e soavemente”. (11)
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Fiume Nera |
Come fare?
La scuola e l’educazione permanente in tutto questo hanno un ruolo fondamentale.
Anche il suolo come l’acqua costituisce una risorsa limitata e suolo e acqua formano un dipolo di preziosa interazione per la vita. Senza acqua il suolo muore.
Il consumo esasperato delle risorse, il loro spreco vanno combattuti, mentre va sostenuto e rispettato il diritto di tutti al loro accesso.
Solo avviando buone pratiche e circuiti virtuosi per assicurare una buona e soddisfacente qualità della vita, possiamo avere speranza, una speranza che può diventare certezza, ma anche opportunità quando si lavora con i bambini e si vede nei loro occhi la fiducia che nutrono nel futuro, ma anche in quanti assistono nella loro crescita e vivono una sfida che, prima di ogni altra considerazione, è una sfida di civiltà e di progresso.*(12)
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*(9) Wikipedia
*(10) GreenMe.it Sarò buono con la Terra
*(11) I sogni senza limiti di Alexander Langer di Franco Lorenzoni INTERNAZIONALE.IT
*(12) Ambiente: conoscere per educare Rosella Persi Carocci
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